Istituto di Studi Filosofici di Napoli - Convegno on-line, 28 gennaio 2022

Etica, diritti, cittadinanza attiva. Parole che sentiamo risuonare, che leggiamo nei titoli e negli articoli di giornale; sono state argomentate e le possiamo argomentare tutt’oggi con scritti che diverrebbero infiniti, ma qui è una singola parola ad abbracciarle: collettività. Ed essa si basa proprio su di loro, perché come dice Hannah Arendt, “il mondo comune non è ciò in cui entriamo, ma è un qualcosa che lasciamo alla nostra morte”. Il termine collettività non definisce, ma è un perpetuum che alimenta l’interazione: ognuno di noi è famiglia per qualcuno, è insegnante per qualcuno, è cura per qualcuno.

Tra le miriadi di relazioni, possiamo osare nel considerare l’educazione come la relazione principale e la scuola, intesa nei suoi vari livelli, come il luogo ad essa dedicato. Conoscere e conoscere più parole possibili permette più pensieri possibili, dà vita a più intrecci possibili. Partecipare non è solo un fatto “numerico”, è molto di più, è un valore che va coltivato. Come? Garantendo pari opportunità, perché le pari opportunità sono il punto di inizio per percorsi dettati da talenti e orientamenti del singolo che conducono inevitabilmente alla sua partecipazione nella società.

Prendersi cura della collettività non è sinonimo di altruismo, sebbene questo sia un valore fondante, perché la collettività è frutto della capability, ovvero una capacità che si realizza nell’etica, nei diritti, nella cittadinanza attiva.

Pin It