Pochi mi notano, eppure io noto tutti loro. Mi ritengo grazioso, vestito da delicate lavorazioni in ferro battuto che mi donano un fascino rétro. Non mi annoio anche se mi ritrovo sospeso qui perché di giorno godo della compagnia del sole.
Si intrufola tra i ravvicinati tetti del centro, bussa alla mia boccia, mi regala un saluto che contraccambio con vivaci punti luminosi che si rincorrono sulle ravvicinate facciate dei palazzi. Altre volte le giornate scorrono un po' grigie per il passaggio di pesanti nuvole che decidono di liberarsi del peso della pioggia e la lasciano cadere sulla città. Mi ritrovo tutto bagnato e gocciolante, ma non mi rattristo perché so che da lì a qualche secondo ha inizio lo spettacolo. Le persone si apprestano a cercare un riparo; lo scroscio della pioggia si unisce al ritmo dei passi svelti che tra le pozzanghere richiamano un tip tap annacquato; sorrido nel vedere gli sguardi rivolti al cielo plumbeo quasi a dire: "Insomma, proprio ora devi piovere!". E' il momento in cui percepisco la simpatica fragilità dell'uomo che, colto alla sprovvista, cerca un contatto diretto con il cielo a cui non avrebbe forse prestato attenzione. Ed è incredibile come la gente in cerca di un riparo, continui a guardare in su in attesa di un cenno di risposta. Quanta allegria poi dallo sbocciare delle colorate cupole di stoffa che rivestono le vie a festa e posso dire di essere fortunato:mi diverto anche quando il sole non c'è. Sapete che pur non muovendomi da qui, conosco la città? La stridente vocina dei piccoli e moderni telefoni risuona fin quassù e così posso seguire i tragitti dettati, li ho memorizzati tutti nella mia boccia. Capita che qualcuno si fermi proprio sotto di me smarrito e giri più volte la cartina della città nella disperata ricerca di un corretto orientamento. Se potessi parlare, condividerei subito le giuste informazioni.
Quando arriva sera l'atmosfera si riveste a nuovo ed è il momento in cui so di essere importante, anche se resto sempre un po' in ombra allo sguardo dei più. All'imbrunire la mia boccia inizia a illuminarsi di una luce rispettosa che indica gentilmente la strada, senza abbagliare. Nel silenzio della notte mi trasformo nel custode silenzioso di viandanti che sostano sotto la mia luce e si lasciano cullare dal gentile fascio luminoso che diventa accogliente punto di ristoro. La luce dolcemente cala sulla via ed è una sicurezza nell'oscurità della strada. Sono testimone dell'eco dei passi che provengono dalla via vicina, li ascolto e li lascio andare oltre, non mi impiccio per sapere dove siano diretti. Percepisco i dialoghi spezzati, cerco di acciuffare le parole sfuggite che salgono qui da me, ma sono troppo veloci e in un lampo volano via. Vedo l'emozione dei baci mancati nascondersi timida all'ombra della mia luce. A volte, raccolgo le sparpagliate sillabe dei pensieri smarriti che non ricordano più da quale parte siano arrivati. Saluto i viaggiatori che scelgono le ore buie come compagne di viaggio. Che sia giorno o notte sotto di me scorre il mondo e io sono qui, fedele all’incrocio dei cammini.
(Atmosfera di città. Voce narrante:un lampione)