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"Si viaggia per nutrire lo sguardo di panorami e lo spirito di nuove impressioni" (cit. Il rumore del mondo, Benedetta Cibrario)

Ci sono luoghi che vanno visti con gli occhi, altri che non rimangono impressi nella nostra memoria; altri ancora sembrano dimenticati, ma capita che un dettaglio e una parola ce li facciano ricordare. Il ricordo diventa un viaggio, e il bello è che lo possiamo fare ogni qualvolta lo vogliamo. Ritorniamo lì, in quel preciso istante; rivediamo i piccoli dettagli che avevamo colto inconsapevolmente, sorridiamo al loro ripresentarsi; respiriamo l'aria e ne cogliamo l'essenza, riacchiappiamo i sapori, i profumi, proviamo le percezioni. Possiamo così dire che quella destinazione non vale sono un viaggio, ma due, tre... Questa foto mi fa tornare in Irlanda. Sono a Dublino e una mattina decido di andare a Bray; scelgo Connolly Station per prendere il trenino (la Dart).

I vagoni non sono affollati, non è l'ora di punta. Il tragitto corre lungo la costa, un dipinto fatto di spiaggia, acqua e cielo che sembra non finire mai. Ogni volta che le porte si aprono e si chiudono, è impossibile non percepire quell'odore di salsedine portata dal vento. Già, anche oggi è una giornata uggiosa, intervallata da sprazzi di sole regalati dall'immancabile  brezza. Ancora poche fermate, sto per arrivare a Bray; seguo con gli occhi il landscape che scorre accanto ai binari; voglio scattare una foto, prendo il mio Iphone.  I colori non sono brillanti, i finestrini devono convivere ogni giorno con il vento e con quell'aria salata di mare; in quell'istante il cielo è così, animato nei contrasti cangianti e vivi. Non c'è souvenir che possa ricordarlo meglio. E così mi capita di chiudere gli occhi, tornare in Irlanda, raggiungere  Bray e lungo il tragitto vedere quel cielo e scattare la stessa foto. Più volte.