AdobeStock_27473606_20210910-142003_1 Capita di rivestire un oggetto di nuovo significato

La bicicletta è rossa, fiammante come l’energia che pulsa nelle vene e cresce a ogni pedalata. Siamo uragani, la forza centripeta soffia in corpo e anche oggi siamo fieri in sella alla nostra bicicletta. Siamo tutto un movimento. Lungo la strada, dalla solitudine di un casolare, spunta una vecchina. «Buongiorno». «Buongiorno». Diamo un’occhiata al suo passo che ci appare lento, sa di antico; proseguiamo e le rivolgiamo un ultimo sguardo, lasciandola alle  nostre spalle. Potevamo accennare un semplice saluto con il capo, invece le abbiamo regalato tre sillabe piene di vita: BUON-GIOR-NO.

La vecchina ci ha rivolto un sorriso, noi abbiamo risposto con un ghigno. Il ghigno della gioventù che non teme nulla e si mostra spavaldo. Pedaliamo sulla nostra bicicletta rossa fiammante, la strada inizia a essere in salita; ci solleviamo sui pedali, le spalle sono dritte, fisse, proprio come la mente nel tentativo di intravedere il futuro. Il respiro segue un ritmo vivace e cerchiamo di tenerlo sotto controllo per nascondere l’affanno. Ci guardiamo in giro orgogliosi di essere in sella alla nostra bicicletta rossa fiammante, le ruote pressano l’asfalto sotto il peso della nostra foga. Arriviamo in cima e come il fiato di vento che anticipa la tempesta, ci muoviamo sgusciando tra il traffico e sorridiamo. Quando siamo in sella alla bicicletta rossa fiammante ci sentiamo così: veloci, liberi, spavaldi. Noi pedaliamo, lei macina ogni tipo di strada; ci aspetta, procede a braccetto del nostro tempo, segue il nostro passo; di lei possiamo fidarci, non ci abbandona. Non ci contraddice, condivide ogni nostra scelta. E via, a vivere la libertà, a raggiungere il futuro assieme alla nostra bicicletta. Già da piccoli l'adoravamo, a malapena toccavamo terra, stavamo seduti sulla sella dondolandoci in cerca di equilibrio. Sembrava di essere seduti su un’altalena, ma sapevamo che sarebbe stato qualcosa di diverso. Con il tempo abbiamo trovato l’equilibrio; ci siamo allenati alle salite, le affrontiamo guardandoci addirittura intorno, e lei è pronta assieme a noi. La bicicletta rossa fiammante sarà sempre con noi? Sarà un po’ opaca per la polvere delle strade percorse; le ruote saranno un poco sgonfie per aver sopportato e sorretto il nostro peso; avrà il manubrio consumato perché le mani lo avranno stretto così tanto e le stesse mani saranno consumate, ma si saranno rafforzate. Arriverà il giorno in cui lasceremo riposare la bicicletta appoggiata a un muro, mentre a piedi attraverseremo la strada, lentamente. Sentiremo un «Buongiorno» provenire da un’altra bicicletta rossa fiammante che sfreccerà davanti a noi. E sorrideremo. L’uragano si sarà placato, sarà una leggera brezza; meno impetuosa, ma ancora capace di muovere il mondo.