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Nascondeva le lacrime ma condivideva i sorrisi ("Cambiare l’acqua ai fiori", Valérie Perrin)

Scrivo con mano tentennante per un senso di rispetto e di tutela, ma anche con mano desiderosa di dare voce a quanto provato nella lettura di "Vittime non per sempre. Indagine su violenza assistita e femminicidi". Si tratta di una narrativa altra da quella che solitamente riporto, e realizzata seguendo un’orma particolare: quella della ricerca. Credo che ogni indagine abbia inizio dalla volontà di avvicinarsi al preciso argomento che diviene protagonista del ricercare, e che persegue l’intento di far conoscere per apprendere e trasmettere.

In questo volume, utilizzare la parola “argomento” non è appropriato; non si parla di “temi”, di “argomenti” appunto, si parla di vita, e lo si fa affrontandola attraverso il racconto di esperienze forti, come violenza e femminicidio. Donne, e non solo, si raccontano attraverso la violenza subìta, reale, che coinvolge spesso più di un soggetto; vite che si richiamano tra le domande e le risposte di interviste che riescono a togliere potere alla parola “violenza”. Se questa appare come protagonista, pian piano lascia cadere i vestiti da vincitrice e viene disarmata, anche se non completamente dimenticata, dal cordone di dialoghi e azioni appartenenti sia a coloro che hanno vissuto la violenza direttamente, sia alle persone che l’hanno vissuta attraverso il suo rimbalzare nei contesti vicini alla “vittima”.

Accurata è la ricerca, scrupolosa e completa è la narrazione nell’aprirsi su ogni attimo dell’accaduto, trattando il prima, il durante e il dopo. Pagine in cui sono riportati con grande cura e sensibilità episodi crudi, che non possono essere definiti o raccontati diversamente. 

Mentre leggevo, più volte ho pensato alla parola “audacia” perché credo ci voglia audacia per seguire una ricerca nella quale si maneggiano parole dal significato prepotente e brutale. Tuttavia, dopo un senso di timore e ansia per le vicende riportate, sentivo anche una sensibile accoglienza nei confronti del dolore narrato e avvertivo fiducia verso nuovi e futuri orizzonti. Dalla professionalità della curatrice della ricerca, dalle autrici, dalla disponibilità di chi ha condiviso il proprio vissuto, dalla competenza delle figure di aiuto, è nato un testo capace di tracciare anche orme di coraggio e fiducia. 

Un’indagine che è frutto di competenza, di determinazione nel raccogliere emozioni e angosce di coloro che hanno consegnato ai dialoghi la voce di silenzi, forse affidandosi inizialmente a un bisbiglio. Sì, penso che certe parole oggi siano solo bisbigliate e abbiano una risonanza di qualche attimo, per poi, come echi, nascondersi lontane.  Da questa lettura è emerso in me un atteggiamento di maggior apertura rivolto a educare per costruire una nuova via di uscita e un domani, tutto possibile, dove termini come femminicidio e violenza troveranno sempre meno spazio. 

 

Grazie a Maria Antonietta Selvaggio, curatrice della ricerca, per aver messo tra le mie mani questo testo che richiede rispetto, sensibilità ed educazione. 

 

Il libro è il risultato di un lavoro di ricerca delicata e approfondita; è un'edizione fuori commercio. Chi volesse approfondire il tema, può scrivere a: Maria Antonietta Selvaggio, Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.