Era un po' di tempo che non scrivevo, o meglio, che non mi dedicavo a trascrivere in parole le mie esperienze, i miei incontri letterari. Poi, nel mentre prendevo consapevolezza di ciò, ho ricevuto la condivisione di una recensione e ho incontrato un nuovo stimolo di lettura. La morte prudente, un titolo che suona forte, ma al tempo stesso trasmette un certo senso di attesa. Mi sono chiesta: perché non essere il tramite per condividere il punto di vista di chi ha incontrato la lettura di questo romanzo? Attraverso le righe della recensione di Maria Antonietta Selvaggio si è formato nella mia mente, quasi fosse un dipinto, lo scenario dei nostri giorni. E' proprio così: il pensare rischia di divenire un esercizio desueto. E anche inciampare in una pausa troppo dilatata, come è successo a me, è un rischio. Lasciarsi coinvolgere dal dinamismo quotidiano, dagli intrecci repentini della nostra società, non è buona cosa per l'intelletto che ha bisogno sì di dinamismo, fatto però di riflessioni, di quesiti, di pensieri.
Così, auguro a chi si trova a visitare questa pagina una buona e attenta lettura della recensione di Maria Antonietta Selvaggio che con occhio critico, capace di essere dentro e fuori il romanzo, ci introduce nelle pagine di La morte prudente di Lucia Stefanelli Cervelli. L'autrice vede il lettore come un "dialogante di pagina" e la trama è un invito a pensare sull'epilogo plurale che coinvolge i tre protagonisti: Luca, Oscar, Giulia.
Lucia Stefanelli Cervelli, La morte prudente, Emersioni 2021
Recensione di Maria Antonietta Selvaggio